Green Community: Dieci comuni dell’Alta Sabina si uniscono per rinverdire il territorio grazie a innovazione ecologica, intelligenza collettiva e auto-organizzazione.
La Green Community coinvolge i dieci comuni dell’ Alta Sabina nel Lazio. Si sono uniti in un’alleanza strategica per rinverdire il territorio attraverso un progetto basato su tre principi fondamentali: innovazione ecologica, intelligenza collettiva e auto-organizzazione.
Questo progetto è stato presentato a Rocca Sinibalda, il comune guida, ed è stato reso possibile grazie a un finanziamento di tre milioni di euro proveniente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Tale investimento sarà destinato alla creazione di una delle prime “Green Community” italiane, che prenderà forma nei prossimi tre anni. Il piano prevede la realizzazione di molteplici infrastrutture per la mobilità elettrica, l’utilizzo di energie rinnovabili e lo sviluppo dell’agricoltura biologica.
Ma non è tutto: la “Green Community Alta Sabina” sarà plasmata attraverso la partecipazione attiva dei residenti e degli operatori economici locali. Ad esempio, per quanto riguarda l’energia, il progetto mira a sviluppare comunità energetiche che renderanno più accessibili le fonti rinnovabili, così come le iniziative turistiche saranno decise in base alle esigenze degli operatori e dei residenti, tenendo conto delle caratteristiche uniche del territorio montano dell’Alta Sabina.
Questa alleanza strategica per il rilancio del territorio attraverso l’innovazione ecologica, l’intelligenza collettiva e l’auto-organizzazione rappresenta l’avvio di una delle prime comunità verdi italiane. I primi obiettivi sono la creazione di infrastrutture per la mobilità elettrica, l’utilizzo di energie rinnovabili e la promozione dell’agricoltura biologica.
“Con la rinascita del territorio, stiamo anche affrontando la crisi climatica”, afferma con convinzione Stefano Micheli, sindaco di Rocca Sinibalda. “Le ‘Green Communities’ aprono la strada a comunità vivaci in cui le montagne svolgono un ruolo fondamentale. Sono lo strumento perfetto per avviare un processo di rigenerazione del territorio, che riguarda non solo l’ambiente, ma anche gli aspetti sociali ed economici. Questa iniziativa mira a contrastare lo spopolamento, l’abbandono e la desertificazione.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare l’aspetto ‘smart’ dei territori, ovvero la loro intelligenza e interconnessione. Troppo spesso, le aree montane e interne dell’Italia soffrono per la mancanza di connessione: segnale televisivo debole, internet lento, scarsa copertura telefonica. Le Smart e Green Communities servono a non lasciare nessuno indietro, consentendo di superare le disuguaglianze territoriali e sociali”.
Questo ambizioso progetto di transizione ecologica per l’Alta Sabina, che coinvolge dieci comuni, ovvero Rocca Sinibalda, Belmonte, Colle di Tora, Longone, Marcetelli, Torricella, Monteleone, Poggio Moiano, Poggio S. Lorenzo e Varco Sabino, prevede un percorso sia tecnologico che consentirà al territorio di essere autosufficiente in alcuni cicli di produzione e di avere le infrastrutture necessarie per promuovere l’economia circolare e valorizzare i beni comuni, sia una trasformazione culturale ed economica che mira a favorire il ripopolamento dell’area da parte delle giovani generazioni attraverso un turismo lento e sostenibile.
Per realizzare con successo questo progetto complesso, sono state adottate tecnologie avanzate, come la “civic blockchain”, una piattaforma che permette di mantenere un registro sicuro e trasparente e di valutare l’impatto dei servizi scambiati sul territorio. Inoltre, è in corso un processo di ricerca e mappatura territoriale che fornirà informazioni sui flussi dei servizi ecosistemici e li monitorerà in relazione agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
Oltre all’innovazione digitale, il progetto prevede lo sviluppo di diverse infrastrutture, tra cui un impianto di biogas alimentato da biomasse legnose, colonnine di ricarica per la mobilità elettrica, la formazione di comunità energetiche e strutture per il miglioramento dell’efficienza idrica sia dal lato della domanda che dell’offerta. Altri elementi chiave del progetto includono il consolidamento del Biodistretto, la creazione partecipata di una strategia di marketing territoriale per aumentare e qualificare l’offerta e la domanda turistica, nonché l’ampliamento dell’offerta culturale.
La collaborazione reciproca tra la popolazione, le istituzioni e le partnership pubblico-private di imprese ed esperti è fondamentale per affrontare le complesse crisi che influiscono sulla qualità della vita e sulle prospettive di uno sviluppo inclusivo e sostenibile, come afferma Elena Battaglini, progettista del progetto Community Sustainable Resonance per la Fondazione Di Vittorio. Questa strategia disegna un quadro complesso che richiama l’immagine di una foresta con le sue radici interconnesse o di uno sciame di api, simboli di intelligenza collettiva e connessione.