Il Nostro Territorio: l’Alta Sabina
ed il nostro legale al territorio
Il legame con il territorio che sentiamo è forte, definisce la qualità del nostro lavoro e anche l’identità dei nostro prodotto. Solo attraverso questo legame possiamo trovare le parole per raccontare ai nostri consumatori il nostro olio ed il luogo perfetto in cui esso è nato.
Siamo cresciuti nel cuore di Oliveto, fra le voci dei bambini, gli anziani sui muretti, il profumo del mosto in autunno, l’odore dei caminetti in inverno e la più autentica fragranza dell’olio.
Oliveto è un piccolo centro che ha subìto i duri contraccolpi dello spopolamento, ma conserva ancora oggi bellezze storico-artistiche e naturali che lo rendono mèta ambìta per trascorrere i periodi estivi e rigeneranti weekend; Un richiamo che fortunatamente da impulso anche alle numerose attività culturali, sportive e ricreative, promosse dalla locale Pro Loco.
La terra di Oliveto Sabino è posizionata nella zona centrale e più alta della Sabina, a 620 metri sul livello del mare, luogo dove si respira subito l’atmosfera di un paesaggio collinare di grande impatto. Questi crinali a volte scoscesi, caratterizzano molti terreni, i quali richiedono particolari energie fisiche per essere curati. Nel tempo gli anziani non riuscivano più ad affrontare gli scomodi punti di accesso e per chi privo di strumenti adeguati si è visto nel tempo una regressione per molte proprietà fino all’abbandono totale.
L’Azienda Agricola Biologica di Mauro Antei da diversi anni, ha pianificato ed investito quanto possibile su questa terra, riaccendendo la potenzialità di ogni metro quadrato, man mano ha recuperato le terre e restituito loro una grande e meravigliosa dignità. Le armoniose movimentazioni del terreno, sono oggi, perfettamente contestualizzate nel paesaggio, infatti oggi sono terreni comodamente accessibili sia per passeggiare all’aperto sia per essere percorse dai mezzi agricoli nei periodi di carico del raccolto. Il legame con il territorio ha voluto che tutto tornasse al massimo splendore.
L’azienda Agricola biologica di Mauro Antei oggi conta centinaia di ettari di terra visibilmente curata ed ospitale; Terreni divenuti esempio e valore aggiunto per gli occhi e l’animo di compaesani e turisti.
Nonostante le terre siano abbondanti, la logistica agricola dell’Azienda punta ad una produzione annua dell’olio focalizzata in primis sulle necessità vitali del terreno e delle piante. Questa modalità attribuisce una equilibrata e ben distribuita attenzione biologica dei frutteti e del terreno lasciando loro il tempo di respirare e nutrirsi correttamente dopo ogni rilascio dei frutti.
Mauro Antei è attivo protagonista in tutti i processi di cura e difesa delle piante e della terra, a partire dalla corretta potatura degli ulivi come prima forma di attenzione per questi straordinari esseri viventi, generando così uno scambio sentimentale equilibrato e sano che determina le più forti e migliori energie per la salute di tutti.
L’ambiente è incontaminato, ricco di acqua, di vegetazione, di animali: è una realtà da proteggere, da sviluppare con attenzione per salvaguardare le caratteristiche che la contraddistinguono, senza tagliarla fuori dalle sfide di oggi. Questo per noi significa legame con il territorio.
I Nostri Terreni e la Storia di Oliveto Sabino
Torricella in Sabina e le frazioni di Ornaro, Alto e Basso e Oliveto, è un Comune costituito da un territorio vasto e ricco di storia e di tradizioni.
Oliveto sorge su una collina a circa 620 m. (s.l.m.) nell’area che in epoca romana fu il centro abitato dai Trebulani e dai Mutuesci, sviluppato economicamente per le numerose attività agricole e commerciali.
Già un codice farfense del VII sec. d. C. parla dell’Oppidum (piccola città fortificata) di Oliveto, sorto sulle rovine di “Trebula Mutuesca”. Castrum Oliveti (il Castello di Oliveto) si trova menzionato nel Regesto farfense allorché, nel 1085, un certo Cencio figlio di Taibrando fece dono di questo territorio all’Imperiale Abbazia di Farfa.
Nel 1390 l’Abate Nicolò II lo diede in feudo ai Brancaleoni, che lo tennero fino al 1584; il 24 aprile di quello stesso anno, Domenico Jacobucci, figlio di Margherita Brancaleoni e Lorenzo Jacobucci, vendette il castello al cardinale Pier Donato Cesi. L’erede del cardinale, Domitilla Cesi, autorizzata dal Papa Alessandro III con chirografo del 25 giugno 1658, vendette i castelli di Oliveto e Posticciola ai Barberini; in seguito, con lettera chirografa del 18 dicembre 1682, il Papa Innocenzo XI autorizzò Maffeo Barberini a vendere Oliveto e Posticciola ai Santacroce.
Nel 1696, con ogni probabilità, fu dedicata la Chiesa di Santa Prassede al Fosso, come risulta dall’iscrizione posta sulla sommità dell’affresco ivi contenuto e di recente restaurato (1996): si può, dunque, ritenere che fu completata sotto il principato dei Santacroce.
Il Prìncipe Valerio Santacroce, autorizzato dal Papa Benedetto XIV con chirografo del 13 settembre 1750, vendette i castelli di Oliveto e Posticciola ai Belloni famiglia di un abilissimo commerciante, l’eredità dei quali, poi, fu assunta dai Cavalletti.
Dopo la caduta dello Stato Pontificio, con la “breccia di Porta Pia” nel 1870, Oliveto fu accorpato al Comune di Torricella in Sabina, del quale, tuttora, è frazione.

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